Furto in abitazione

La sconvolgente esperienza del furto in abitazione

Il Terrore Silenzioso – La Mia Mattina da Incubo

Era una mattina come tante, ma il terrore stava per abbattersi su di noi, silenziosamente, come un incubo avviluppante. Il sole splendeva nel cielo, mentre io partecipavo ad un gruppo estivo, attività ricreative di quartiere, (molti lo chiamano GREST) a 150 metri in linea d’aria dal nostro condominio.

Mio padre era al lavoro, mia madre faceva la spesa, i miei fratelli erano in montagna con il campeggio organizzato dal centro parrocchiale del quartiere. Eravamo sparsi in giro, inconsapevoli di ciò che stava per accadere.

I ladri, esseri senza scrupoli con gli occhi che scrutavano ogni dettaglio, si dice avere gli occhi anche dietro la testa, avevano preso di mira la nostra casa.

Era evidente che conoscevano non solo le nostre abitudini, ma anche il nostro stile di vita, che negli anni ’80 sembrava più appariscente rispetto alla media.

Il contesto degli anni 80 della famiglia media

Ci si vestiva alla moda, si andava allo stadio a vedere la partita e a mangiare la pizza ogni fine settimana, l’automobile ed il motorino non mancavano quasi a nessuno.

Eravamo una famiglia numerosa, sei persone in totale, e non avevamo redditi da capogiro. Mio padre era un infermiere, mia madre una casalinga, i miei fratelli operai in fabbrica, mia sorella insegnante di matematica e scienze alle scuole elementari.

Ma i ladri erano decisi a sfruttare qualsiasi opportunità, specialmente se l’occasione era quella di lucrare come dei porcospini.

Il momento del furto nella mia abitazione

Quella mattina, la serratura della porta d’ingresso fu aperta, senza lasciar segni d’effrazione, tra le 9:30 e le 10:30, un lasso di tempo che ci avrebbe portato solo al terrore e al dolore.

Mentre eravamo lontani da casa, i ladri cominciavano a mettere a segno il loro colpo frugando ovunque.

Nella camera matrimoniale, rubarono i preziosi gioielli ereditati da mia madre da un’amica benestante, un regalo dall’inestimabile valore.

Nelle stanze dei miei fratelli, sparì una costosa piastra di registrazione audio professionale. E nella mia stanza, i ladri rubarono uno strumento musicale, una tastiera elettronica regalata in occasione della mia prima comunione, e il mio amato Commodore 64, il computer che aveva rappresentato l’infanzia di milioni di bambini.

Il garage rimase inviolato, ma in casa, la scia dell’odore dei predoni, persone che non curavano particolarmente l’igiene personale, e le luci accese allarmarono istantaneamente mia madre al suo arrivo in casa che, con uno scatto da centometrista di una finale olimpionica, si precipitò nelle stanze con il cuore in gola.

Mia madre scopri lo scenario disastroso del furto in abitazione

Fu lei a scoprire per prima il disastro, da sola, mentre il resto di noi era lontano. Le ripetute crisi di pianto di mia madre erano strazianti al mio rientro e a quello di mio padre, mentre mio padre si manteneva in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto. Io ero pietrificato, incapace di trovare parole di conforto per i miei genitori.

I miei fratelli sono stati avvisati il giorno successivo durante una chiamata serale dalla località montana del campeggio, quando ancora si usava un telefono a gettoni per chiamare casa.

Mia madre piangeva e ripeteva: “Miky dovremo ricomprare il computer e la tastiera musicale, ma non sarà possibile nel breve termine. La piastra di registrazione dei tuoi fratelli, da un milione di lire, è andata!”

“Gli ori e i gioielli regalati dalla mia cara amica Ottavia sono spariti. Brutti debosciati!”

I pianti a singhiozzo e i sensi di colpa continuavano a imperversare in casa. Che giornata straziante!

La lavatrice venne messa in funzione a tutto spiano per lavare via l’odore della presenza dei ladri, e uno spazzolone imbevuto di alcool scivolava veloce come in una gara di curling, cercando di cancellare l’ineluttabile.

A pranzo, a tavola, poche parole, solo sospiri di amarezza, non scendeva nello stomaco nemmeno un boccone di pasta! La stanchezza e lo stress stavano prendendo il sopravvento, ogni piccolo rumore sulla rampa delle scale in condominio faceva alzare dalla sedia mio padre per andare a controllare.

La luce in fondo al tunnel

Ma, fortunatamente, c’era una luce di speranza. Un amico di famiglia con competenze minuziose nell’aggiustare le porte è arrivato in nostro soccorso, nel primo pomeriggio era già libero per un sopralluogo. Una buona notizia!

L’indomani cambiò la serratura della porta e ne aggiunse una seconda, altamente sicura. Era uno dei primi passi verso un’epoca in cui le porte blindate e le serrature multiple sarebbero diventate la norma, specialmente in luoghi e quartieri esposti alla criminalità, come furti, ricettazione e vendita illegale di sostanze stupefacenti.

I giorni seguenti furono segnati dall’amarezza per ciò che era stato rubato, non andava via. I vicini di casa erano anch’essi allarmati e presero misure per rafforzare la sicurezza delle loro case.

I gioielli erano perduti per sempre, e nonostante la denuncia, gli apparecchi elettronici rubati sarebbero stati riacquistati con il tempo.

Impronta indelebile

Quella terribile mattina avrebbe lasciato un’impronta indelebile su di me. Decisi in quel momento che avrei fatto tutto il possibile, una volta raggiunta l’età adulta, per prevenire tali atti criminali.

La mia determinazione crebbe, e la guardia si alzò. Nel nostro condominio, in quegli anni, c’era una presenza diffusa di criminalità, e chi si mostrava più benestante diveniva spesso un facile bersaglio dei predoni.

Mio padre era conosciuto e rispettato come infermiere disponibile per chiunque avesse bisogno di cura, anche perché c’era davvero molta povertà in quegli anni.

Non tutti potevano permettersi di pagare 200 mila lira per una cura di iniezioni bimensile a domicilio, ma ai ladri non interessa niente di tutto questo, sono sempre stati senza etica, essersi senza cuore, disonesti e narcisisti, dei veri malviventi, non trovo altre parole per definirli.

Quindi, mentre alcune famiglie del quartiere decidevano di cambiare casa per sfuggire a questa minaccia, io promisi a me stesso che avrei cercato un modo per proteggere gli altri da quel terrore silenzioso.

Le esperienza negative, come un furto in abitazione, hanno sempre qualcosa da insegnare

Quella mattina divenne la mia ispirazione, il punto di partenza di un viaggio che avrebbe dato un significato a tutto ciò che avevo fatto in seguito.

E il quartiere della periferia di Verona, dove sono cresciuto, il tanto chiacchierato Borgonuovo o Villaggio Dall’Oca Bianca, negli anni ’80, sarebbe stato il palcoscenico di un’epica lotta contro il crimine.

Con il passare dei mesi questa volontà di imitare quel bravissimo operaio che ha montato la nuova serratura non è svanita, tuttavia a solo 10 anni sentivo di rincorrere più le mie passioni e per il futuro ambivo ad attività creative come la musica e la grafica, anche per ritrovare la pace della mente.

In particolare la grafica è stata una strada scolastica che mi aiutato ad entrare nel mondo della comunicazione con le immagini e con il mondo della pubblicità, con una competenza che mi ha permesso di lanciarmi molto bene nel mercato della sicurezza antintrusione, non avevo mai preso un 9 a scuola, tranne all’esame di disegno.

Sono rientrato nell’assetto mentale e fisicamente presente nel mondo dell’antintrusione grazie ad un’opportunità di lavoro che mi si è presentata nell’estate del 1994, all’età di 17 anni.

Ed è così che ho iniziato ad unire esperienza pregressa dal lato emozionale, competenze pubblicitarie trasferite dall’ambiente scolastico, e dalla volontà di imparare un mestiere che avevo provato a mettere nel cassetto per 7 anni, anche per non sviluppare un grave Disturbo da Stress Post Traumatico, che in realtà, seppur lieve, ha sempre lavorato in me sottotraccia.

Così sono entrato a piè pari e con vivo entusiasmo nel mondo delle serrature e della sicurezza domestica.

Ho trascorso oltre 17 anni lavorando per una rinomata azienda di Verona che vende e installa, tutt’ora serrature, porte blindate, allarmi, automazioni e telecamere per la videosorveglianza.

Ma poi, ho preso una decisione che avrebbe cambiato il corso della mia vita professionale. Ambivo all’autonomia.

La Aries di Michele Bortolotti

Ho scelto di intraprendere la strada dell’imprenditoria, diventando un libero professionista. Volevo fare qualcosa di più elevato per prevenire il furto in abitazione.

Questa scelta mi ha portato ad un’altra fase importante della mia carriera, cosicché altre due persone dipendenti della rinomata azienda hanno tratto ispirazione dal mio percorso prendendo anch’essi la loro strada.

Ho deciso di non avere più un capo e di vivere il resto della mia vita con la mia donna, la mia anima gemella, che non ha mai esitato ad aiutarmi a promuovere il mio lavoro in tutto in tutta la regione Veneto e oltre.

È così nato il servizio di pronto intervento serrature, denominato “Aries di Michele Bortolotti“. Il nome “Aries” fa riferimento allo strumento dell’Ariete, l’imponente sfonda porte usato nel Medioevo; l’Ariete è anche un riferimento al mio segno zodiacale.

Quale nome migliore?

Ecco come l’anno 2009 ha caratterizzato l’inizio di un’era rivoluzionaria, in cui sono stato uno dei pionieri.

Grazie a me, sono nati siti web dedicati alla divulgazione di informazioni sull’antintrusione, sulla sicurezza domestica e sulle serrature antiscasso. Una delle caratteristiche della mia vita è quella di essere stato e di esserlo tuttora, un pioniere, il problema è che, quasi sempre, i pionieri hanno le frecce nella schiena.

Non è facile esserlo, e mi ci è voluto del tempo per decidermi di scrivere questo libro con una mano che è di piuma, e con l’altra d’acciaio.

La nuova avventura di aprire la mia attività professionale avrebbe portato con sé sfide, trionfi e scoperte che avrebbero cambiato il mio percorso e la mia visione del mondo della sicurezza e quindi della prevenzione al furto in abitazione.

Un percorso che condividerò con te, caro lettore, mentre esploriamo insieme le intricate trame del mondo della sicurezza antintrusione, della psicologia del ladro e quanto influiscono sulla nostra tranquillità domestica.

In breve ti vorrei descrivere la reputazione che mi sono costruito negli ultimi anni, che inevitabilmente ha portato contrasti e inimicizie. Penso sia il momento più adatto per farlo. E vorrei dirti che lungo la lettura del libro te lo dovrò ricordare, perché la mia è una missione, e la prevenzione non è lo sport nazionale degli Italiani.

Biografia professionale

Guarda cosa succede a livello psicologico dopo un furto in abitazione.

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